Il problema delle emorroidi è sempre più sulla lista dei sintomi presentati al proprio medico. Quanto ai sintomi, il più frequente e facilmente individuabile, sia in caso di emorroidi esterne che interne, è il sanguinamento, caratterizzato da perdite ematiche di colore rosso vivo, che in genere si presentano dopo un’evacuazione e sono visibili nelle feci, sulla carta igienica o, finanche, sugli indumenti. Durante il passaggio delle feci, si possono avvertire anche bruciore, un intenso prurito e disagio nello stare seduti. A volte, si avverte la sensazione di non riuscire a defecare del tutto, continuando ad avvertire la presenza di un corpo estraneo all’interno del retto. In taluni casi è possibile osservare perdite di muco, che si evidenziano come addensamenti biancastri visibili nelle feci. Con la terapia del dottor Petracca, però, esistono delle cure che potrebbero fare al caso tuo. Perché con le emorroidi non si scherza: anche quando la malattia era prima asintomatica può esordire con una complicanza ovvero la trombosi e manifestarsi con la comparsa di rigonfiamenti duri e dolorosi. Non è ancora stata raggiunta la certezza scientifica riguardo alle cause della malattia emorroidaria: esistono, piuttosto, diverse teorie sulla sua genesi; tra quelle più accreditate si annoverano la teoria dell’origine vascolare (iperplasia vascolare), che considera le emorroidi alla stregua di varicosità venose, e quella dell’origine meccanica, secondo la quale lo scivolamento della mucosa ano-rettale sarebbe la conseguenza di un graduale indebolimento del tessuto sottomucoso che circonda le emorroidi e conseguente prolasso. Ciò che è certo è che, alla base dell’insorgenza della patologia emorroidaria, vi sono diversi fattori predisponenti quali la familiarità, uno stile di vita scorretto e abitudini alimentari disordinate, il fumo, l’eccessivo consumo di alcool, l’obesità, l’età (sono più frequenti in età più avanzata). L’abitudine di trattenere lo stimolo a defecare è considerata deleteria e, alla lunga, può diventare un fattore scatenante della malattia, così come una scarsa igiene anale (è consigliabile lavarsi accuratamente dopo aver defecato e, se si è fuori casa, utilizzare le apposite salviette) e l’abuso di clisteri e lassativi possono esacerbare la sintomatologia. Un ruolo fondamentale nell’insorgenza di questo disturbo è sicuramente ricoperto dalla stipsi o dalla diarrea cronica, che sono annoverabili tra i fattori di rischio più significativi, a causa della prolungata stimolazione ed irritazione sul perineo che esse comportano.
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